sabato 10 luglio 2010

IL VANGELO DI DOMENICA 10 luglio 2010

Una terra abitata da prossimi
XV Domenica del Tempo Ordinario - Anno C
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, [...] chi è mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scen­deva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle ma­ni dei briganti, che gli portarono via tutto, lo per­cossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mez­zo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quel­la medesima strada e, quando lo vide, passò oltre.
Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, pas­sandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vi­no; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, di­cendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.
Chi di questi tre ti sem­bra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui».
Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Maestro, che cosa devo fare per essere vivo, per essere uomo vero? Gesù risponde con un racconto in cui è racchiusa la possibile so­luzione della storia, la sorte del mondo e il destino di ognuno.
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico. Un uomo, dice Gesù. Guai se ci fosse un aggettivo, buo­no o cattivo, ricco o povero, dei nostri o straniero. Può essere perfino un disonesto, un brigante anche lui.
È l’uomo, ogni uomo aggredito e che ha bisogno. Ogni strada del mondo va da Gerusalemme a Geri­co.
Il mondo geme, con le vene aperte; c’è un im­menso peso di lacrime in tutto ciò che vive, un o­ceano di uomini derubati, umiliati, violati, naufra­gati per ogni continente. È questo il nome eterno dell’uomo. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa stra­da . Il primo che passa, un prete, un uomo spiritua­le, passa oltre.
Ma cosa c’è oltre? Oltre il dolore, ol­tre la carne dell’uomo non c’è lo spirito, bensì il nul­la.
Quel prete non troverà mai Dio. «Percorri l’uomo, dice sant’Agostino, e raggiungerai Dio».
Uomo, via maestra verso l’assoluto! Invece un samaritano che era in viaggio lo vide, ne ebbe compassione, gli si fece vicino.
Un samaritano: uno straniero, un extracomunitario d’oggi, ha com­passione e si avvicina, scende da cavallo, forse ha paura, non è spontaneo fermarsi.
Misericordia – a­vere cuore per il dolore – non è un istinto, ma una conquista. Bisogna avvicinarsi, vedere gli occhi, a­scoltare il respiro, allora ti accorgi che quell’uomo è tuo fratello, un pezzo di te. E nulla di ciò che è uma­no ti può essere estraneo. Il racconto di Luca mette in fila dieci verbi per de­scrivere l’amore: lo vide, si mosse a pietà, si avvi­cinò, scese, versò, fasciò, caricò, lo portò, si prese cura, pagò... fino al decimo verbo: al mio ritorno sal­derò il debito se manca qualcosa.
Questo è il nuovo decalogo, i nuovi dieci comanda­menti, una proposta per ogni uomo, credente o no, perché l’uomo sia uomo, la vita sia amica, la terra sia abitata da «prossimi», non da avversari. Ma chi è il mio prossimo? Gesù risponde: tuo pros­simo è chi ha avuto compassione di te. Allora ricor­dati di amare i tuoi samaritani, quelli che ti hanno salvato, hanno versato olio e vino sulle tue ferite, e riversato affetto in cuore. Non dimenticare chi ti ha soccorso e ha pagato per te.
Li devi amare, con gioia, con festa, con gratitudine. E poi da loro imparare. Va e anche tu fa lo stesso . An­che tu diventa samaritano, fatti prossimo, mostra misericordia.
Il vero contrario dell’amore non è l’o­dio, è l’indifferenza.

( Letture: Deuteronomio 30,10-14; Salmo 18; Colosse­si 1 ,15 -20 ; Luca 10 ,25 -37 )

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