sabato 26 febbraio 2011

Cercate il Regno, trovate la libertà

VIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «[...] Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? [...] Non preoccupatevi dunque dicendo: 'Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?'. [...]. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. [...]».

Gesù rilancia la sua sfida per un altro modo di essere uomini: non preoccupatevi delle cose, c’è dell’altro che vale di più. È la sfida contenuta nella preghiera nel Padre Nostro: dacci oggi il nostro pane quotidiano .
Ti chiediamo solo il pane sufficiente per oggi, il pane che basta giorno per giorno, come la manna nel deserto, non l’affanno del di più. È la sfida del monaco: conosco monasteri che vivono così, come uccelli e come gigli, quotidianamente dipendenti dal cielo. Ma questa sfida è anche per tutti noi, pieni di cose e spaventati dal futuro.
La vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Occuparsi meno delle cose e di più della vita vera, che è fatta di relazioni, consapevolezza, libertà, amore. Vuoi volare alto, come un uccello, vuoi fiorire nella vita come un giglio? Allora devi deporre dei pesi. Madre Teresa di Calcutta soleva dire: tutto ciò che non serve pesa!
Meno cose e più cuore! Non una rinuncia, ma una liberazione.
Dalle cose, dalla ’roba’ diventata padrona dei pensieri.
Guardate gli uccelli del cielo... Osservate i gigli del campo...
se l’uccello avesse paura perché domani può arrivare il falco o il cacciatore, non canterebbe più, non sarebbe più una nota di libertà nell’azzurro.
Se il giglio temesse la tempesta che domani può arrivare, o ricordasse il temporale di ieri, non fiorirebbe più.
Gesù osserva la vita, e la vita gli parla di fiducia e di Dio. E a noi dice: beati i puri di cuore perché vedranno Dio, vedranno in tutto ciò che esiste un punto verginale e fiducioso che è la presenza di Dio, vi scopriranno un altare dove si celebra la comunione tra visibile e invisibile. Allora: non affannatevi , quell’affanno che toglie il respiro, per cui non esistono feste o domeniche, non c’è tempo per chi si ama, per contemplare un fiore, una musica, la primavera.
Cercate prima di tutto il Regno di Dio e queste cose vi saranno date in più . Non è moralista il Vangelo, non si oppone al desiderio di cibo e vestito, dicendo: è sbagliato, è peccato, non serve. Anzi, tutto questo lo avrete , ma in tutt’altra luce. «Il cristianesimo non è una morale ma una sconvolgente liberazione» (Vannucci). Libera dai piccoli desideri, per desiderare di più e meglio, per cercare ciò che fa volare, ciò che fa fiorire e ti mette in armonia con tutto ciò che vive. Insegna un rapporto fiducioso e libero con se stessi, con il corpo, con il denaro, con gli altri, con le più piccole creature e con Dio.
Cercate il regno, occupatevi della vita interiore, delle relazioni, del cuore; cercate pace per voi e per gli altri, giustizia per voi e per gli altri, amore per voi e per gli altri.
Meno cose e più cuore! E troverete libertà e volo.

( Letture: Isaia 49,14-15; Salmo 61; 1 Corinzi 4,1-5; Matteo 6 ,24 -34 )

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